Project X by Jim Shepard

Project X by Jim Shepard

autore:Jim Shepard [Shepard, Jim]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2003-12-31T16:00:00+00:00


8

- Non c'è niente di male a essere gay, sapete, - dice Michelle rivolta a me e a Scheggia, in mensa, il giorno dopo. Io non sono dell'umore più allegro, e nemmeno Scheggia.

- Mia sorella, alle superiori, è nella Lega delle lesbiche, - aggiunge.

- Di che cavolo stai parlando? - si sforza infine di dire Scheggia. Gli altri studenti vanno e vengono, passando accanto al nostro tavolo. È un altro giorno di pioggia e tutti sembrano esasperati da quanto schifo fa il mondo.

Il pranzo consiste in spaghetti e polpette. Gli spaghetti sono freddi. Abbiamo già mangiato tutte le polpette. Nel compito di matematica ho preso un brutto voto. È tutta la mattina che ho mal di testa. Durante la lezione di Inglese una ragazza non ha fatto che guardarmi come se fossi un pezzetto di unghia rosicchiata finita per sbaglio nella sua panna montata.

- Te l'avevo detto, - dice Tawanda senza alzare gli occhi dal piatto.

- Che cosa, le avevi detto? - faccio.

- Le avevo detto di non tirar fuori questo discorso, - fa Tawanda.

Scheggia tiene i gomiti puntati ai lati del vassoio e si preme le guance con la punta delle dita, come se volesse farcele entrare dentro. Tutti ci chiamano finocchi, ma ci chiamano anche in centomila altri modi. Non abbiamo mai pensato che qualcuno ci prendesse veramente per due finocchi.

- Mia sorella dice che abbiamo il diritto di disporre del nostro corpo, - continua Michelle.

Tawanda fa: - Non credo che questo li aiuti molto, amica mia.

- È stata dura anche per mia sorella, - spiega Michelle. - Lei dice che le sarebbe piaciuto avere qualcuno con cui parlare.

Scheggia la guarda fisso. Lei ricambia il suo sguardo. Vorrei nascondere la faccia in mezzo agli spaghetti. Mi accontento di capovolgere il piatto. Gran parte del sugo e della pasta atterra sul vassoio. Tawanda mi passa una manciata di tovagliolini per il resto che è finito sul tavolo. - Mi sa che qualcuno avrebbe fatto meglio a prendere la verdura.

- E tu te ne stai lì seduta come se niente fosse, a darmi del finocchio? - chiede Scheggia alla fine.

Il tono in cui lo dice mi rende ancora più triste. Sono le uniche due persone nella scuola che non hanno l'aria di odiarci.

- Non ti sto giudicando, - dice Michelle.

- Se ti dicessi che sei una racchia di merda, diresti che non ti sto giudicando? - fa Scheggia.

Michelle non risponde.

- Ho ferito i tuoi sentimenti? - fa lui.

Lei volge lo sguardo verso gli studenti ancora in fila.

- Ho ferito i suoi sentimenti, - fa Scheggia rivolto a me. - Mi tratta da rotto in culo ed è lei che fa l'offesa.

- Dove hai sentito questa cazzata? - le chiedo. - Come ti è venuto in mente?

- Come non detto, - fa Michelle. - Lasciamo perdere.

- No, col cazzo che lasciamo perdere, - risponde Scheggia.

- Scheggia, - faccio.

- Vaffanculo anche tu, - mi fa. - Ehi, stronza! - la chiama, dandole un colpetto su un braccio.

- Non mi toccare, - fa Michelle.



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